VEDERE LA VITTORIA NELLA PROPRIA VITA

VEDERE LA VITTORIA NELLA PROPRIA VITA

(1 Parte)

 

Viviamo in un’epoca dove la chiesa è in travaglio, esso è spesso attribuito alla crisi che ci circonda a livello sociale, ma è davvero così?

Leggiamo

Atti 16:16-32

16 E avvenne, come andavamo al luogo d’orazione, che incontrammo una certa serva, che avea uno spirito indovino e con l’indovinare procacciava molto guadagno ai suoi padroni. 17 Costei, messasi a seguir Paolo e noi, gridava: Questi uomini son servitori dell’Iddio altissimo, e vi annunziano la via della salvezza. 18 Così fece per molti giorni; ma essendone Paolo annoiato, si voltò e disse allo spirito: Io ti comando, nel nome di Gesù Cristo, che tu esca da costei. Ed esso uscì in quell’istante. 19 Ma i padroni di lei, vedendo che la speranza del loro guadagno era svanita, presero Paolo e Sila, e li trassero sulla pubblica piazza davanti ai magistrati, 20 e presentatili ai pretori, dissero: Questi uomini, che son Giudei, perturbano la nostra città, 21 e predicano dei riti che non è lecito a noi che siam Romani né di ricevere, né di osservare. 22 E la folla si levò tutta insieme contro a loro; e i pretori, strappate loro di dosso le vesti, comandarono che fossero battuti con le verghe. 23 E dopo aver loro date molte battiture, li cacciarono in prigione, comandando al carceriere di custodirli sicuramente. 24 Il quale, ricevuto un tal ordine, li cacciò nella prigione più interna, e serrò loro i piedi nei ceppi. 25 Or sulla mezzanotte Paolo e Sila, pregando, cantavano inni a Dio; E I CARCERATI LI ASCOLTAVANO. 26 Ad un tratto si fece un gran terremoto, talché la prigione fu scossa dalle fondamenta; e in quell’istante tutte le porte si apersero, e i legami di tutti si sciolsero. 27 Il carceriere, destatosi, e vedute le porte della prigione aperte, tratta la spada, stava per uccidersi, pensando che i carcerati fossero fuggiti. 28 Ma Paolo gridò ad alta voce: Non ti far male alcuno, perché siam tutti qui. 29 E quegli, chiesto un lume, saltò dentro, e tutto tremante si gettò ai piedi di Paolo e di Sila; 30 e menatili fuori, disse: Signori, CHE DEBBO IO FARE PER ESSER SALVATO? 31 Ed essi risposero: Credi nel Signor Gesù, e sarai salvato tu e la casa tua. 32 Poi annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti coloro che erano in casa sua.

 

Cominciamo ad “ascoltare” quello che Dio ci sta dicendo.

Non possiamo dire che la chiesa dopo l’ascensione (Atti 1:9) di Gesù vivesse vita semplice o facile.

Affrontava ostruzionismo, maldicenze, persecuzione e in alcuni casi la morte; e questo produceva grande dolore nel corpo, e in quella che era la vita quotidiana di ogni credente sia nel suo vivere personale che come membro di una famiglia.

Erano uomini e donne che non sapevano cosa ogni giorno avrebbero vissuto.

Come affrontavano questa condizione di vita?

Il v.23 racconta di Paolo e Sila che subiscono molte battiture, questo significa profondi dolori sia a livello muscolare che osseo, a questo aggiungiamo ceppi ai piedi, e per finire segregati all’interno di una cella profonda buia e molto umida.

Ora proviamo a pensare alle nostre difficoltà, siano esse di natura fisica, economica o altro.

Facciamo una comparazione con quello che stanno vivendo Paolo e Sila.

Non ti sto chiedendo di fare una comparazione per vedere quale delle due sia la situazione peggiore, non è questo quello a cui Dio sta richiamando la nostra attenzione, ma ad altro.

Ora andiamo al v. 25 Or sulla mezzanotte Paolo e Sila, pregando, cantavano inni a Dio….

DIO CI STA CHIEDENDO: “NELLA TUA PROVA E DIFFICOLTÀ COSA LA TUA VITA EMANA?”.

Paolo e Sila emanavano preghiera, inni e lodi a Dio.

Prima di andare avanti ti voglio dire che in quel momento le fondamenta degli inferi tremavano, mentre il diavolo pensava di aver piegato attraverso le sofferenze del corpo la loro anima e il loro spirito, loro testimoniano prima a principati e potestà che non è così.

Ricorda che c’è un modo spirituale che ci circonda ed è il primo che osserva.

Efesini 3:10 affinché i principati e le potenze nei luoghi celesti conoscano oggi, per mezzo della chiesa, la infinitamente varia sapienza di Dio

Nella tua prova, nella tua difficoltà, cosa si ode uscire dalla tua vita, dalla tua casa?

Cosa stai testimoniando a principati e potestà?

Ma perché loro erano lì? Perché tu stai vivendo “quella difficoltà”?

Il v.25 continua E I CARCERATI LI ASCOLTAVANO…

Ecco il piano di Dio che comincia a prendere forma.

Dio aveva dato un grande onore a Paolo e Sila: STAVANO TESTIMONIANDO DEL CRISTO VIVENTE.

Paolo e Sila stanno testimoniando non con la bocca ma con la loro vita che NULLA LI POTEVA SEPARARE DAL MAESTRO:

Romani 8:38,39

Poiché io son persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, 39 né potestà, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.

Cosa, con la tua vita stai testimoniando, al vicino di casa, al collega, all’amico e a chi incroci anche solo per caso nella tua vita quotidiana?

In loro non vi erano grida di sofferenza, la loro vita non testimoniava sconfitta o assenza di speranza ma preghiere e inni di lode, la loro vita era nei ceppi, il loro corpo era martoriato ma testimoniava gioia e vittoria.

Quante volte siamo “credenti” senza speranza, senza gioia, senza forza, siamo “CRISTIANI CHE TESTIMONIANO” sconfitta e disperazione…

Ti rifaccio la domanda:

PERCHÉ TU STAI VIVENDO “QUELLA DIFFICOLTÀ”?

Dio chiama tutti noi a un vero servizio che non è fatto di belle cerimonie, di meravigliose ed articolate predicazioni, di chiese bellissime, MA È FATTO DAL VIVERE PROFONDAMENTE UNA VITA IN LUI E PER LUI.

A Paolo e Sila, una sola cosa interessava in quel momento di grande dolore, restare intensamente in comunione con il loro Maestro, e non hanno avuto bisogno di parlare, nel loro rapporto con Dio hanno fatto la più bella predicazione evangelistica, loro sapevano che: Romani 8:18 Perché io stimo che le sofferenze del tempo presente non siano punto da paragonare con la gloria che ha da essere manifestata a nostro riguardo.

Cari in Cristo, DOBBIAMO SMETTERE DI ASCOLTARE LA NOSTRA VECCHIA NATURA UMANA; nel tempo trascorso dal primo incontro con il nostro Signore abbiamo “abbassato la guardia” permettendo al tempo che è trascorso di portare la nostra vita ad un “rilassamento spirituale” che ci ha portato al torpore spirituale.

Abbiamo bisogno di una nuova e radicale rinascita in Cristo, non fatta di stati emozionali che “evaporano” velocemente (quello è solo religiosità), ma di una nuova unzione del fuoco dello Spirito Santo.

 

(2 Parte)

 

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