LA CINA RAFFORZA I CONTROLLI AL CONFINE CON LA COREA DEL NORD

LA CINA RAFFORZA I CONTROLLI AL CONFINE CON LA COREA DEL NORD

NELLA FOTO: Telecamere di sicurezza in Cina

In seguito alla decisione di incrementare le misure di sicurezza lungo il confine nordcoreano, la Cina ha installato una sofisticata rete di telecamere (1 ogni 300 metri) oltre a una serie di torri per le vedette e altri sistemi di sorveglianza. L’obiettivo è inibire i tentativi di fuga dalla vicina Corea del Nord. (NK News)

Le telecamere, visibili lungo tutto il confine, rendono difficile la fuga dal regime nordcoreano. “Anche noi abbiamo notato l’impatto”, riferisce un partner di Porte Aperte in Cina. “Anno dopo anno è diventato sempre più difficile e costoso per i nordcoreani raggiungere la Cina. Bisogna pagare una cifra molto alta ai trafficanti e comunque non ci si può fidare. È un viaggio altamente pericoloso”.

Sebbene nell’ultimo anno la Cina abbia allentato le restrizioni legate al COVID-19, alcune misure di sorveglianza introdotte per il contenimento della pandemia rimangono in vigore.

Fonti ufficiali hanno informato la testata giornalistica NK News che gli spostamenti di diplomatici e stranieri nell’area di confine sono sotto costante monitoraggio anche in hotel e aeroporti.

Hunchun, città cinese situata lungo il fiume Tumen, che separa la Cina dalla Corea del Nord, è da sempre uno dei primi approdi dei nordcoreani in fuga.

Questo almeno fino al 2019, anno in cui la costruzione di una serie di nuovi edifici delle forze dell’ordine cinesi, una ristrutturazione delle recinzioni di confine e l’implementazione della tecnologia, incluso il riconoscimento facciale, hanno disincentivato significativamente le fughe e soffocato la corruzione di funzionari e di militari per ottenere un lasciapassare.

Contemporaneamente, l’intensificazione dei controlli ha interrotto il contrabbando di cibo e di altri beni di pima necessità con gravi conseguenze sulla popolazione nordcoreana provata dalla sottonutrizione.

“Sia la Cina sia la Corea del Nord hanno aumentato i controlli alle frontiere. Inoltre, a motivo della pandemia, la Cina ha subito tra le più severe chiusure e restrizioni di viaggio al mondo. Questo ha reso praticamente impossibile per i rifugiati nordcoreani la fuga dalla Cina”, spiega un partner locale di Porte Aperte.

Le stringenti misure di sicurezza, unite alle politiche di criminalizzazione degli aiuti forniti ai nordcoreani in Cina, rappresentano un’enorme sfida per il lavoro di assistenza e per la distribuzione di aiuti, danneggiando un popolo, quello nordcoreano, già al limite della sopravvivenza.

Per i cristiani, la Corea del Nord rimane un luogo brutalmente ostile nel quale vivere (posizione n.1 della World Watch List di Porte Aperte). Se scoperti dalle autorità, i credenti vengono mandati nei campi di lavoro come prigionieri politici, o uccisi sul posto. Per questo in molti tentano la fuga.


Porte Aperte Italia

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