COREA DEL NORD: SCOPERTA RIAPERTURA DEL CAMPO 17

COREA DEL NORD: SCOPERTA RIAPERTURA DEL CAMPO 17

NELLA FOTO: Immagine rappresentativa di un cristiano nordcoreano in prigione

Kim Jong-Un, leader della Corea del Nord, ha riaperto “Campo 17”, un campo di prigionia che risultava chiuso dal 1983.

Quando Kim Jong-Un succedette al padre Kim Jong-Il, nel 2011, il paese conobbe una serie di epurazioni.

Diversi oppositori politici, tra cui uno zio di Kim, vennero giustiziati, e molte persone a loro affiliate mandate nei campi di lavoro: intere famiglie incarcerate.

Di conseguenza, si dovette ampliare il sistema dei campi di prigionia. Nel Campo 18, ad esempio, il numero di detenuti era in calo, ma dal 2013 risulta in costante aumento, come fanno notare il sito di informazione Daily NK e altri organi di controllo della Corea del Nord.

“La notizia dell’espansione dei campi di lavoro non dovrebbe sorprenderci”, afferma Simon L., coordinatore di Porte Aperte/Open Doors per il lavoro tra i nordcoreani. “Kim Il-Sung era un leader potente, un vero e proprio ‘Fratello Maggiore’ amato da molti a causa dell’indottrinamento impartito. Suo figlio Kim Jong-Il non aveva lo stesso carisma, ma era molto astuto. Ha rafforzato il sistema carcerario, per controllare e reprimere il popolo. La mela non cade lontano dall’albero: il figlio di Kim Jong-Il, Kim Jong-Un, usa la stessa tattica”.

Campi di rieducazione e zone di controllo totale

Il Daily NK ha riferito di aver svolto un’ulteriore indagine sui campi di prigionia della Corea del Nord e, secondo una sua fonte anonima, il Paese gestisce nove grandi campi di rieducazione. Tra questi il Campo 17 tornato in funzione dal novembre 2014.

I campi di rieducazione sono prigioni in cui vengono reclusi i cittadini ancora “rieducabili” secondo lo Stato.

Essi vengono sottoposti a lavori faticosi e a una formazione ideologica. Vivono con razioni di cibo molto ridotte e sono spesso maltrattati, esposti a situazioni di lavoro rischiose e puniti crudelmente per qualsiasi infrazione. Se il prigioniero riesce a sopravvivere, può essere rilasciato.

La Corea del Nord gestisce anche campi che lo Stato definisce “zone di controllo totale”.

Si tratta di campi o sezioni di campi da cui i prigionieri non escono vivi. I nemici dello Stato considerati irrecuperabili vengono portati alla morte.

Si stima che ci siano circa 200.000 prigionieri in questi campi, numero che non comprende le decine di migliaia di persone rinchiuse negli istituti penitenziari (prigioni regolari con celle).

Inoltre, centinaia di migliaia di persone sono in esilio in aree remote, costrette a lavorare lì. Non vivono in una prigione o in un campo, ma non possono lasciare l’area. 

E i cristiani?

I cristiani si trovano nelle diverse sezioni del sistema detentivo. Alcuni di loro sono stati condannati decenni fa per la fede dei loro genitori o dei nonni, altri sono rinchiusi a causa della propria fede. Vi sono infine anche cristiani costretti a nascondere ciò in cui credono.

La Corea del Nord è il Paese alla posizione numero 1 della World Watch List di Porte Aperte/Open Doors.


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