DAL SUICIDIO ALLA VITA
Benedizioni a voi.
Mi chiamo Cettina …
Sono felice per questa meravigliosa opportunità che mi consente di glorificare il nome del Signore.
Devo benedire il Signore perché è stato con me anche quando ho camminato nella valle dell’ombra della morte.
Ho vissuto un’infanzia molto travagliata perché l’avversario ha cercato di distruggere la mia vita usando le sue orrende astuzie.
A 12 anni ho perso mia madre; ciò ha segnato in maniera traumatica la mia vita.
La mia esistenza era fatta di paure e di tormenti che si protrassero fino all’età adulta. Fin da piccola cercai il Signore anche se in maniera sbagliata. Pensavo profondamente che avrei voluto consacrargli la mia vita. Ricercavo il Signore perché da lui attendevo quella liberazione spirituale di cui avevo tanto bisogno.
Fui turbata sin da piccola da delle visioni strane che mi terrorizzavano e non mi davano pace.
Molto presto lasciai la casa paterna e fui accolta dalla mia nonna materna dove restai fino al giorno del mio matrimonio.
Mi sembrava, a un dato momento della mia vita di aver raggiunto quella serenità che non avevo mai avuto; credevo di amare il Signore nel modo giusto e mi sentivo a posto con la mia coscienza in quanto mi prodigavo a fare del bene, soprattutto per il bisogno estremo di ricevere in cambio quell’amore che avevo sempre desiderato e che mi era mancato quasi del tutto.
Avevo sposato un bravo ragazzo e avuto tre meravigliosi figli e, superando ogni ostacolo, raggiunsi quella meta desiderata da anni: la laurea. Ero già madre di due figli e mi costò grandi sacrifici.
A questo punto della mia vita ero convinta di possedere la serenità che avevo sempre desiderato e che niente avrebbe più potuto turbare l’anima mia e togliermi la pace. Fu proprio da quel momento invece che iniziò un tempo di prova: avevo ventinove anni ed era il 1981.
Era una mattina d’estate quando mi svegliai con un terribile tormento: dalla mia mente venivano imprecazioni irripetibili contro Dio e non riuscivo a spiegarmi il perché di tutto ciò. Cominciai a lottare dentro di me senza sosta. Cose terribili giungevano alla mia mente e io mi angosciavo ogni giorno di più senza trovare una soluzione al mio problema.
Cominciò un periodo di angoscia spirituale che solo il mio Signore conosce perché solo lui può penetrare nella profondità del cuore dell’uomo. A poco a poco le mie forze fisiche e spirituali si affievolirono. Raccontai a tanti il mio problema ma, nessuno poteva capirmi né aiutarmi. Sentivo che si trattava di una prova ma non me ne spiegavo la ragione.
Cadde su di me l’afflizione peggiore della mia vita. Nella mia casa andava tutto a rotoli perché io perdevo terreno giorno dopo giorno. Non ero più la stessa, non mi riconoscevo più, io che amavo anche l’aria che respirava. Ora ricercavo la morte. Fui completamente svuotata da ogni sentimento. Era terribile non poter più guardare i miei figli, mio marito e coloro che erano stati cari al mio cuore, con quel sentimento di amore che un tempo aveva riempito la mia vita. Ero assalita dalle tentazioni peggiori e le sensazioni più orribili colpivano la mia mente.
Ricercavo la pace, ricercavo la vera vita, piangevo e gridavo al Signore, ma in me non c’era la pienezza del Suo amore e della Sua infinita benignità.
Tutto ciò mi fece ammalare, sentivo dentro di me un grande senso di colpa verso Dio, come se lo stessi offendendo volutamente.
Dopo parecchi mesi nacque in me il terribile desiderio di farla finita. Non parlavo quasi più con nessuno e in quel tempo i miei bambini, l’ultima in età prescolare, si ammutolirono perché non comunicavo più con loro. La mia mente era tutta impegnata in un combattimento atroce. I medici sostenevano che si trattasse di nevrosi depressiva, ma io sentivo che era qualcosa di diverso.
Alla fine tentai il suicidio non una ma, tre volte.
L’avversario usò tutti gli stratagemmi per annientarmi, ma proprio quando tutto sembrò finito per me, accadde qualcosa.
La notte di fine anno sentii dentro di me un barlume di speranza e fu veramente bello poter, da allora, anche se molto lentamente, veder rinascere il gusto per la vita.
Lentamente ricominciavo ad amare gli altri. Però nelle profondità dell’anima c’era tanta paura, e poi quei pensieri terribili tornavano all’improvviso e oscuravano la mia vita.
La lotta c’era sempre ma questa volta decisi di impegnarmi con un’attività dopo l’altra.
Era triste anche così perché comunque non potevo permettermi avere momenti di riposo. Non mi era concesso rimanere da sola con me stessa per avere refrigerio e pace.
Mi ero rassegnata a questa vita così orribile, nonostante apparentemente sembrava che stessi bene.
Continuai a soffrire per altri due lunghissimi anni col terrore che da un momento all’altro sarei potuta ricadere in quel terribile baratro, magari senza poter più risalire.
Stavo assumendo un sedativo al quale attribuivo quel mio apparente miglioramento.
Un giorno, nei pressi della scuola che frequentavano i miei bambini, incontrai una donna che non avevo mai visto prima.
Sentii nel mio cuore un’attrazione strana verso di lei e fui io la prima a salutarla. Scoprii poi che era la mamma di una compagna di scuola di mia figlia.
Per ben due volte percorremmo insieme la strada di ritorno verso casa e durante il tragitto parlavamo dei nostri problemi.
Dopo di che non la rividi più. Dentro di me c’era una grande desiderio di parlare ancora con lei. Avevo notato che nei giorni precedenti aveva dato il suo numero di telefono a un’altra mamma. Pensai di chiederglielo e la chiamai. Lei fu felice della mia telefonata e a un tratto, non ricordo come, mi parlò del Signore. Le sue parole furono un balsamo per la mia vita. Mi invitò a leggere la Bibbia ma io le spiegai che non potevo più farlo da quando ero stata male perché appena la tiravo fuori dal cassetto del mio comodino le tentazioni più terribili invadevano la mia mente. Ma quella sera lei mi invitò a prendere la Bibbia (posso aggiungere ora, sospinta dallo Spirito Santo) rassicurandomi che non mi sarebbe accaduto più nulla.
Dopo esserci salutate, avendo creduto per fede a quello che lei mi disse, presi la Bibbia e la prima cosa che mi colpì fu la serenità che provai dopo averla tirata fuori dal comodino. Le tentazioni erano sparite.
Aprii la Bibbia e davanti agli occhi si presentò il Capitolo 3 dei Proverbi (che vi invito a leggere e meditare).
Era come se in un attimo fossi stata rapita, avvolta in un turbine. Mentre leggevo sentivo penetrare tutte quelle parole dentro il cuore e capii che Dio mi stava parlando a tu per tu. In pochi attimi mi sentii diversa senza rendermi conto di cosa mi fosse accaduto.
Il giorno dopo telefonai a quella donna e le spiegai ciò che era successo dopo aver chiuso la nostra telefonata.
Lei cominciò a piangere e a glorificare il Signore e io le chiesi quale fosse il suo credo. Lei mi rassicurò di essere solo una cristiana, ma già dalla prima volta che ci sentimmo sentivo che c’era qualcosa di diverso nella sua fede rispetto a coloro che avevo frequentato fino ad allora, lei comunque mi rassicurò.
L’indomani fui più esplicita e volli saperne di più. Lei purtroppo non frequentava nessuna comunità perché le era stato vietato dal marito, ma comunque il Signore le aveva affidato un compito meraviglioso.
Le chiesi quale fosse il suo modo di pregare e volli anche io sperimentare quella maniera diversa di andare davanti al Signore.
A quel tempo mi offrivo di preparare i piccoli per la prima comunione nella parrocchia vicino casa mia. Era il mio modo per ringraziare il Signore per la mia apparente rinascita.
I bambini mi amavano e io amavo loro; ero già alla mia seconda esperienza e quell’anno erano ancora più numerosi.
Quando incominciai a pregare Iddio “in spirito e verità” la mia vita fu capovolta.
Non riuscivo più a credere nelle cose a cui avevo creduto fino ad allora. Diventava difficile parlare ai bambini di cose che per me non avevano più fondamento.
Avevo provato la vera comunione col Padre! Il contatto diretto con Lui! Quindi sospinta da una forza che veniva dal Signore, parlai al parroco e gli dissi con franchezza che non potevo più insegnare ai bambini quelle cose nelle quali ora non credevo più.
Dopo ciò nacque il desiderio di recarmi nella comunità e sin dalla prima volta le lacrime rigarono il mio volto.
Non era emozione ma il mio cuore fu toccato profondamente dal Signore e convinto di peccato.
Ormai sono tanti anni che ho accettato l’invito di Gesù nella mia vita e lui è venuto è ha fatto dimora nel mio cuore. Mi ha insegnato ad amare senza condizioni e soprattutto senza aspettarmi nulla in cambio.
In tutto questo tempo il Signore ha operato in maniera stupenda in me.
Non sono per niente arrivata, ho da apprendere dal mio Maestro per tutto il tempo che mi resta da vivere in questo luogo transitorio. Lui provvede ad ammaestrarmi giorno dopo giorno.
Io Gli chiedo grazia di rimanergli fedele fino alla fine e che faccia di me uno strumento nelle Sue mani. So che Lui mi concederà grazia di servirlo aiutandomi nel ruolo che ogni donna ha in seno alla famiglia, e nel compito di testimoniare della Sua bontà secondo come Gli piacerà.
Voglio lasciarmi guidare dallo Spirito Santo che ho ricevuto subito dopo il battesimo in acqua. So che il Signore mi ama e io dichiaro pubblicamente di amarlo. Desidero che Lui solo occupi il primo posto nella mia vita.
Cettina