PORTE APERTE “BANGLADESH: COPPIA PICCHIATA DOPO IL BATTESIMO DELLA MOGLIE”

PORTE APERTE “BANGLADESH: COPPIA PICCHIATA DOPO IL BATTESIMO DELLA MOGLIE”

Razzaq, 40 anni, e sua moglie Rahima Khatun di 30, sono stati malmenati da un familiare e da alcuni amici lo scorso 3 aprile 2019.

Erano le 11:30 del mattino quando gli aggressori si sono presentati alla porta della loro casa impugnando armi fabbricate artigianalmente e hanno iniziato a colpire Razzaq.

Quando Rahima si è resa conto di quanto stava accadendo, ha cercato di intervenire, urlando talmente forte da richiamare l’attenzione dei vicini che sono accorsi in loro aiuto. Entrambi sono stati feriti. Accompagnati all’ospedale, sono stati ricoverati per 3 giorni prima di essere dimessi.

A causa delle minacce di morte, Razzaq ha avuto paura e non ha denunciato l’avvenuto alla polizia. Il caso tuttavia è stato riportato da un sito internet di informazione locale, che ha definito l’aggressione una semplice diatriba familiare.

Razzaq e Rahima vivono nel villaggio di Elongipara, nel distretto di Kustia. Razzaq è il maggiore di 6 fratelli e alleva polli, mentre lavora come giornalista per una testata locale.

È l’unico cristiano nella sua famiglia, sua moglie ha da poco riposto la sua fede in Gesù ed è stata battezzata il 2 aprile scorso, giorno antecedente l’attacco.

La rabbia dei familiari nei confronti di Razzaq è iniziata quando sono venuti a conoscenza della sua conversione e della frequentazione di culti e incontri cristiani. Ad esempio, in occasione della morte di suo padre, Razzaq ha rischiato di vedersi sottratta con la forza l’eredità che gli spettava di diritto: una parte del terreno di famiglia.

Questa preziosa coppia ha bisogno delle nostre preghiere. “Non ci sentiamo sicuri a vivere in questa casa”, hanno detto, “viviamo sullo stesso appezzamento di terreno in cui si trovano i nostri familiari e abbiamo paura”.

In Bangladesh, i convertiti al cristianesimo da un contesto musulmano, indù, buddista o etnico/tribale soffrono una dura persecuzione e sono spesso costretti a riunirsi in piccole comunità familiari o gruppi segreti a motivo della paura di aggressioni. Pregate per i nostri fratelli.

Porte Aperte Italia


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