PORTE APERTE “CINA: 7 DOMANDE E 7 RISPOSTE”

PORTE APERTE “CINA: 7 DOMANDE E 7 RISPOSTE”

“70 anni fa eravamo un paese debole ma ora siamo una superpotenza” ha affermato oggi Xi Jinping, Presidente della Repubblica popolare cinese, in occasione del 70esimo anniversario dalla sua fondazione (era il 1° ottobre 1949). Mentre uno schieramento di 15.000 soldati sfila tra le strade di Pechino e più di 100.000 persone assistono alle parate, noi vogliamo alzare la voce in favore dei cristiani, sempre più sotto pressione in una Cina che, secondo la World Watch List, il nostro report sulla persecuzione dei cristiani nel mondo, è passata dalla posizione 43 nel 2018 alla 27 nel 2019. Cosa sta realmente accadendo ai cristiani cinesi? Di seguito 7 domande poste a P.C., Ricercatrice di Porte Aperte/Open Doors, nel tentativo di cogliere le sfide che la Chiesa cinese sta affrontando.

  1. Come è cambiata la posizione della Cina nella WWL dal 2014 a oggi?

La discesa degli ultimi cinque anni, in realtà, era stata dovuta a un peggioramento degli altri stati della lista. Nel 2019, tuttavia, il punteggio della persecuzione in Cina è aumentato di otto punti, portando il Paese a salire di 16 posizioni.

  1. Da cosa è stato provocato questo salto improvviso?

Nel febbraio 2018, il governo cinese ha rettificato la legislazione riguardante gli affari religiosi e ha iniziato ad applicare i regolamenti con maggiore autorità e determinazione. Prima del 2018, la vecchia regolamentazione era applicata solo sporadicamente. La revisione giuridica e la più severa applicazione fanno parte di una strategia messa in atto dal governo cinese per estromettere il cristianesimo.

  1. Di che tipo di persecuzione stiamo parlando?

I leader di chiesa sono tenuti a registrare le comunità presso le autorità governative locali e seguire un programma stabilito dal governo oppure chiudere. Le autorità locali impediscono sempre più spesso alle chiese di registrarsi, spingendo i proprietari degli edifici a rescindere i contratti di locazione. Alcuni pastori devono recarsi una o due volte al mese al commissariato di polizia per riferire le attività ecclesiastiche in corso e le chiese stanno ricevendo multe ingiustificate. Infine, le croci sono state tolte dagli edifici e, in caso di chiusura improvvisa, Bibbie e altro materiale viene confiscato.

  1. Si tratta di una repressione nazionale?

Sì e no, le norme vengono comunque applicate in tutto il Paese. Nel 2017 la Zion Church di Pechino, la Early Rain Covenant Church di Chengdu, la Rongguili Church di Guangzhou e, più recentemente, la Shouwang Church di Pechino sono state tutte chiuse dalle autorità. Si trattava di chiese molto grandi, per questo il governo si è mosso per fermarle. Alcuni dei loro pastori sono tuttora in prigione. Altre chiese sono state costrette ad appendere la bandiera nazionale all’edificio, a cantare l’inno nazionale prima di ogni incontro e a installare telecamere a circuito chiuso per monitorare le congregazioni e il contenuto dei sermoni.

  1. Perché la Cina è improvvisamente così dura con i cristiani?

La Cina è un paese ateo che tollera solo cinque grandi religioni. Poiché il cristianesimo è molto più di una semplice religione e ha il potere di attrarre persone e trasformare le vite, il governo vede la Chiesa come un destabilizzante “sistema di credenze” che sfida la sua leadership atea, marxista e autoritaria. Il governo ritiene quindi che i cristiani debbano essere “guidati attivamente” per allinearsi al socialismo cinese. Si conta che le adesioni al Partito Comunista siano circa 89 milioni, mentre si stima che la Chiesa cristiana cinese conti circa 97 milioni di fedeli e sia in crescita.

  1. Le Bibbie sono ancora disponibili nel Paese?

Sì, ma a partire da marzo 2018, da quando cioè sono state rimosse dalla vendita online, le Bibbie cartacee sono disponibili solo nelle librerie cristiane autorizzate dallo stato. È ancora possibile però scaricare gratuitamente le applicazioni bibliche per smartphone o leggere la Bibbia direttamente da internet.

  1. Come sta rispondendo la Chiesa?

Abbiamo assistito a una serie di risposte da parte della Chiesa agli avvenimenti degli ultimi anni. Nel caso della chiusura della Shouwang Church di Pechino, per esempio, i credenti sono scesi per le strade, incontrandosi nei parchi, cantando, predicando e distribuendo trattati. In altre zone i cristiani hanno scelto di chiudere, ridimensionarsi e riunirsi in gruppi più piccoli. La maggior parte dei cristiani con cui parliamo crede che la Chiesa non solo continuerà a crescere numericamente, ma crescerà anche in termini di maturità. La persecuzione costringe a riesaminare la propria fede e a riporre la propria vita nelle mani di Gesù. La Chiesa vuole continuare a diffondere il Vangelo, trovando nuovi modi per prendersi cura del gregge mentre la persecuzione avanza.

 

Porte Aperte Italia

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