PORTE APERTE “IRAN: 9 CRISTIANI ARRESTATI E 1 RILASCIATO”

PORTE APERTE “IRAN: 9 CRISTIANI ARRESTATI E 1 RILASCIATO”

NELLA FOTO: Ebrahim Firouzi, rilasciato dopo 6 anni di reclusione e la prigione di Evin, a Teheran.

 

Secondo la squadra di ricerca di Porte Aperte/Open Doors, il numero di cristiani ex musulmani in Iran, considerati dal Governo una minaccia per l’identità del Paese, sta crescendo rapidamente. Lo scorso 13 ottobre, un tribunale iraniano ha condannato 9 cristiani ex musulmani a 5 anni di prigione per “azioni contro la sicurezza nazionale”. Arrestati tra gennaio e febbraio 2019 a Rasht, città a nord del Paese, i 9 si erano dovuti presentare davanti ai giudici lo scorso luglio.

Nel frattempo il cristiano Ebrahim Firouzi, accusato di promuovere il cristianesimo in Iran attraverso attività evangelistiche e la gestione di un sito web cristiano,è stato rilasciato nei giorni scorsi dopo 6 anni di reclusione.

Firouzi era infatti stato arrestato nell’agosto 2013 insieme ad altre 2 persone e portato prima a Teheran, nella difficile prigione di Evin, poi a Karaj, nella prigione di Rajaei Shahr. Inizialmente condannato a 1 anno di reclusione e 2 di esilio aveva poi ricevuto un’ulteriore condanna a 5 anni per “azioni contro la sicurezza nazionale”.

Il 26 ottobre scorso, terminati i 6 anni di detenzione e prima di partire per i 2 anni di esilio al confine con il Pakistan, Firouzi ha ottenuto un permesso speciale per risolvere alcune questioni personali come recuperare i documenti ancora in possesso del Governo iraniano e incontrare alcuni familiari e amici. Firouzi dice di essere in buona salute e chiede di pregare in quanto una volta Sarbaz, città dove sarà in esilio, dovrà trovare un posto in cui vivere e un lavoro per mantenersi.

Da diversi mesi stiamo dando la possibilità di scrivere messaggi di incoraggiamento ad alcuni cristiani iraniani condannati per la fede in Gesù.

QUI potete scoprire come fare.

 

 

Porte Aperte Italia

 


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e cure adeguate per un mese

In alcuni contesti sociali, in particolare nel mondo musulmano, colui che si converte lo fa a suo rischio e pericolo: di fatto può andare incontro al rifiuto e all’opposizione fino alla violenza fisica continua (con casi di morte) da parte della famiglia, della società o delle autorità a seconda del paese e della regione in cui vive.

Il tuo dono aiuta a provvedere per un mese un luogo sicuro dove queste persone potranno recuperare fisicamente ed emotivamente.

 

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