PORTE APERTE “SIRIA: SPERANZA NELLE TENEBRE”
NELLA FOTO: Vista del cortile di Mourad* attraverso il foro di un proiettile nella porta d’ingresso
Nel mezzo del tormento siriano, uomini e donne si rimboccano le maniche con un desiderio comune: “E se ogni chiesa potesse diventare un Centro di Speranza per questo Paese?”.
La Siria ha convissuto con la guerra civile per più di nove anni, uno dei conflitti più sanguinosi della sua storia. Oggi, alla situazione di emergenza, si aggiunge una profonda crisi sanitaria ed economica. Nonostante le terribili prove, i nostri partner locali in Siria stanno lavorando duramente per riaccendere la speranza.
Un paese colpito con violenza
Nonostante la questione siriana non sia più tra le prime pagine dei nostri giornali, i combattimenti continuano nell’area di Idlib, a nord-ovest del Paese. Mourad*, nostro partner locale, dice:
“Il livello di sofferenza della gente è peggiorato, la svalutazione della moneta siriana e l’inflazione alta stanno rendendo la vita quotidiana più difficile che mai”.
Alla distruzione lasciata dalla guerra si aggiunge ora la paralisi economica causata dal Covid-19: diverse aziende stanno chiudendo e molti quartieri sono irriconoscibili. Quando i prezzi dei prodotti alimentari aumentano la gente compra meno e mangia meno, diventando così più vulnerabile.
Cristo è l’unica speranza
È proprio nel mezzo della disperazione che i cristiani desiderano trasmettere l’amore di Cristo. Ayoub*, cristiano locale, cita l’esempio di una donna che, in lutto per la perdita del marito, ha affermato : “Il progetto con cui la chiesa mi ha sostenuta è molto importante, ma ciò che per me è ancora più importante è che nella chiesa ho trovato la sicurezza che desideravo e una spalla amorosa su cui piangere”.
Anche per Elias*, altro partner locale della nostra missione, Gesù è l’unica speranza per i siriani: “LE CHIESE SONO UNA TESTIMONIANZA VIVENTE, nutrono gli affamati, avviamo progetti per fornire reddito a chi ha perso il lavoro, restaurano case danneggiate e offrono formazione a chi cerca di crescere nella propria fede”.
Mourad, Elias, Ayoub e molti altri cristiani locali aiutano le chiese a condividere questa speranza con chi le circonda. Oggi sono rimasti meno di 800.000 cristiani in Siria, raggruppati in circa 520 chiese. Di queste, attualmente, più di 130 sono chiese partner di Porte Aperte (erano 106 a fine 2019).
“Il nostro desiderio è che tutte le chiese diventino Centri di Speranza, cioè luoghi dove i cristiani possono rinfrancarsi, formarsi, sperimentare l’amore fraterno e condividere la speranza con le loro comunità”, ha concluso Ayoub.
*Pseudonimi
Emergenza in Medio Oriente:
Pacchi viveri e beni di prima necessità
I Centri di speranza in Siria sono i punti nevralgici da cui partono i nostri aiuti maggiori in Medio Oriente: ricevono sfollati, distribuiscono alimenti, coperte, vestiti, aiuti di prima necessità e supportano in preghiera. Il pastore Abdalla, che molti di voi hanno conosciuto al nostro convegno di quest’anno, ha trasformato la sua chiesa in un Centro di speranza.
I nostri partner locali erano presenti in Medio Oriente prima e durante la lunga stagione di tumulti e guerre, portando speranza dove non sembrava essercene.
Dona 40 euro per pacchi viveri e beni di prima necessità, sufficienti a una famiglia per sopravvivere un mese.