SIRIA: QUALI CAMBIAMENTI PER I CRISTIANI?
NELLA FOTO: rappresentazione bandiera siriana
Mentre le nuove autorità siriane stanno consolidando il loro potere da quando l’ex presidente Bashar al-Assad ha lasciato il Paese l’8 dicembre 2024, nessuno sa ancora in quale direzione si stia dirigendo il Paese. Quali cambiamenti vedono i cristiani siriani? Partner di Porte Aperte hanno chiesto a quattro cristiani, tre donne e un uomo, la loro opinione.
“La situazione per noi è cambiata sotto molti aspetti”, racconta una delle donne. “Non camminiamo per le strade quando sono deserte, quindi non usciamo la mattina presto o la sera, perché non ci sentiamo al sicuro. Abbiamo paura di quello che potrebbe accadere. Dobbiamo essere cauti”.
In un Paese in transizione, sono molte le voci che girano. “Abbiamo anche sentito che in alcuni luoghi si spara a cristiani e a persone di altre minoranze per motivi futili. Ne abbiamo avuto conferma da gente che conosciamo”.
Per i cristiani, la situazione è “nebbiosa”, dice uno di loro. “Abbiamo sentimenti contrastanti, dal considerarla un’opportunità per il futuro all’esclamare ‘Signore, dove stiamo andando?’. Credo che i cristiani ora tendano a lasciare il Paese di più rispetto a prima, ma dove si può andare?”
Fino ad ora ciò che le nuove autorità affermano sembra buono, “ma lo faranno davvero?
Al momento, quando circolano notizie di avvenimenti brutti all’interno del Paese, dicono sempre di non esserne loro i responsabili”.
Una delle paure di molti siriani, compresi i cristiani, è che le diverse fazioni inizino a combattersi “trascinando in una guerra civile” un Paese già duramente colpito dai conflitti iniziati nel 2011.
Un’altra paura espressa dai cristiani locali è dovuta alla mancanza di un sistema sanitario funzionante: “non vorrei mai ammalarmi adesso”, afferma uno di loro. Ci sono però anche aspetti positivi da menzionare in questo periodo. “Per esempio, siamo riusciti a fare benzina senza dover attendere ore. C’è carburante per tutti, ora”. Inoltre, i prezzi di alcuni beni di prima necessità sono scesi.
Quando viene chiesto loro cosa li spinga ad andare avanti, uno dei quattro sorridendo risponde: “La mia fede. Senza quella, non saremmo vivi”.
L’improvviso cambio di potere ha creato un periodo di transizione in Siria, con incertezza sulle sue implicazioni a lungo termine per i cristiani. In una situazione simile, persone e gruppi con cattive intenzioni potrebbero trarre vantaggio dal vuoto di potere.
La Siria si trova alla posizione numero 18 della World Watch List di Porte Aperte (il periodo di riferimento della WWL 2025 non include gli avvicendamenti di dicembre 2024).
Chiediamo di continuare a pregare per i cristiani siriani, in particolare per chi si è convertito dall’islam e teme possibili attacchi da gruppi radicali durante questo periodo di transizione.
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“Voi siete un filo di speranza per me. Il vostro interesse e aiuto è di vitale importanza per la nostra sopravvivenza”. Ecco quanto ci ha detto un cristiano nella persecuzione.
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