UZBEKISTAN: SI PREVEDE UNA NUOVA STRETTA SULL’EDUCAZIONE RELIGIOSA DEI MINORI

UZBEKISTAN: SI PREVEDE UNA NUOVA STRETTA SULL’EDUCAZIONE RELIGIOSA DEI MINORI

NELLA FOTO: ragazzi dell’Uzbekistan

Il 25 giugno, la Camera legislativa (camera bassa) del parlamento uzbeko ha adottato in prima lettura un progetto di legge per rafforzare ulteriormente i diritti dei bambini, secondo il sito web del parlamento. Il progetto di legge introdurrebbe punizioni per i genitori o i tutori che permettono ai loro figli di ricevere un’educazione religiosa ritenuta “illegale” prima dei 18 anni.

Le leggi esistenti già prendevano di mira chi insegnava religione ai minori di 18 anni. I nuovi emendamenti imporrebbero multe superiori a un mese di salario medio o pene detentive fino a 15 giorni ai genitori o ai tutori che consentono o organizzano l’educazione religiosa per chi non ha ancora compiuto i 18 anni.

Rolf Zeegers, analista della persecuzione per la World Watch Research di Porte Aperte/Open Doors, ha commentato: “Il governo uzbeko considera illegale il coinvolgimento di un minore nel processo di educazione religiosa da parte dei genitori o dei loro tutori, vale a dire, a discrezione di organizzazioni non registrate o prive di licenza, o di individui che non hanno un’educazione religiosa specifica e di organizzazioni che forniscono istruzione religiosa senza il permesso dell’organo di governo centrale dell’Uzbekistan”.

Il progetto di legge è stato accolto da commenti negativi ed è ora in fase di revisione. Le misure adottate dal parlamento uzbeko porterebbero a ulteriori restrizioni per la libertà religiosa nel Paese.

L’Uzbekistan si trova alla posizione numero 25 della World Watch List.

Il regime autoritario di questo Paese continua a limitare la libertà religiosa attraverso un’apposita legge che richiede la registrazione a tutti i gruppi coinvolti in attività religiose.

Le chiese non tradizionali, in particolare quelle che non sono state in grado di registrarsi, sono particolarmente soggette a controlli da parte della polizia oltre che a minacce, arresti e multe.


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LA PERSECUZIONE NON VA IN VACANZA

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