VIETNAM: CHIESA COSTRETTA A INTERROMPERE LE ATTIVITÀ DOPO UN’IRRUZIONE DELLA POLIZIA
NELLA FOTO: irruzione della polizia nella chiesa del pastore Loc*
In una provincia nel nord del Vietnam, a poco meno di 50 km dalla capitale, i cristiani stanno vivendo una forte persecuzione: le autorità hanno vietato ogni attività ecclesiale e non vi è traccia di chiese registrate nella zona.
In uno dei distretti di questa provincia, due anni fa, il pastore Loc* ha fondato una chiesa domestica.
Sin dai primi momenti, questa piccola chiesa di 20 membri continuava a subire costanti minacce. Nonostante le dure restrizioni imposte dalle autorità locali e tutti gli ostacoli incontrati, la comunità manteneva salda la propria fede.
Purtroppo però, il 21 luglio scorso, nel bel mezzo di una riunione di culto domenicale, la polizia ha fatto irruzione interrompendo con la forza la funzione.
Le forze dell’ordine hanno affermato che se avessero continuato le attività, avrebbero arrestato tutti. Di conseguenza, la chiesa è stata costretta a sospendere le sue riunioni.
“Di fronte a queste difficoltà, i credenti si aggrappano fermamente a Dio, pregando e vivendo la fede all’interno delle proprie case. Chiediamo preghiera affinché Dio rafforzi la loro determinazione e li protegga. Preghiamo che Dio difenda il loro diritto di adorare e che possano nuovamente riunirsi e studiare la Bibbia senza paura” – Isaac, partner locale di Porte Aperte.
Il Vietnam si trova alla posizione numero 35 della World Watch List di Porte Aperte. Mentre le comunità cristiane storiche, come quella cattolica romana, godono di una certa libertà, i protestanti non tradizionali e coloro che si convertono dalle religioni indigene subiscono forti pressioni e violenze a causa della fede, soprattutto nelle aree remote del Vietnam centrale e settentrionale.
*I nomi sono stati modificati per motivi di sicurezza.
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Chamchai è una madre e una moglie che deve accudire i figli da sola. Il marito è in prigione perché pastore di una piccola comunità in un villaggio remoto del Laos.
Con 40 euro puoi fornire alle famiglie dei prigionieri beni di prima necessità, come cibo e prodotti per l’igiene, nonché supporto cristiano per aiutarli a rimanere saldi nella loro fede durante il periodo di detenzione.
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